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                          ORTO BOTANICO (650m) - GROTTA DELLA SIRENA (850m)

 

Numero sentiero: 921C

Gruppo Montuoso: Pollino - Monte Pollino
Comune:  Castrovillari (CS) 
Inizio Percorso:  Orto Botanico (650m) - Lat N 39° 51.461' - Long E 16° 12.044' 
Fine percorso: Grotta della Sirena (850m) - Lat N 39° 51.859 - Long E 16à 12.818
Difficoltà:  E (Escursionistico)
Tempo di percorrenza (in ore)andata 2, ritorno 1,30
Dislivello: in salita 200m, in discesa 200m
Lunghezza: 2.150 m
Rifornimento idrico: Nessuno.
Come arrivarci: Percorrendo la circonvallazione, nella parte alta dell'abitato di Castrovillari, giunti vicino ad una centralina del gas, si prende la strada asfaltata, via Fauciglio, che in salita porta a Conca del Re e alle pareti di arrampicata di Colle Cornice. Al primo bivio si gira a destra sino a raggiungere il canile municipale prima e l'Orto Botanico dopo. Si gira a destra per la sterrata, dopo circa due chilometri e dopo aver superato il bivio per la masseria Santo Iorio si arriva all'inizio del sentiero per la Grotta della Sirena. 

Info, punti di appoggio: Club Alpino Italiano - Sezione di Castrovillari, tel 334/1005054 - www.caicastrovillari.it

NOTA: Il sentiero è stato realizzato nell'anno 2016 dal Comune di Castrovillari con l'ausilio della Sezione CAI di Castrovillari.

 

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DESCRIZIONE PERCORSO

 

 

 

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Raggiunto l'Orto Botanico sulla destra vi è una comoda carrareccia percorribile a piedi o con auto (4X4) adatte. Superato il cavalcavia si passa per il bivio che porta alla Masseria Santo Iorio e in breve si arriva all'imbocco del sentiero vero e proprio sulla sinistra dove insiste anche una piccola area picnic. Da qui facendo ben attenzione a seguire la segnaletica orizzontale bianco/rossa, essendoci diverse deviazioni, si prosegue comodamente dapprima allo scoperto e poi in un piccolo bosco fino a giungere ad uno slargo contraddistinto da un grande masso. Senza seguire la carrareccia sulla destra ci si avvicina al masso e lo si supera entrando nel bosco di leccio. Si continua fino ad uscire dal bosco e intersecare un sentiero che proviene da destra. Si gira a sinistra e in leggera salita, camminando sotto il costone di Cozzo Palumbo, si giunge alla prima grotta. Dopo averla visitata si torna sul sentiero e si continua verso la seconda e più grande.

 

 

STORIA AMBIENTE E CULTURA

 

 

 

 

Storia.

Circa diecimila anni fa, i nostri progenitori erano alla ricerca di dimore naturali, grotte e caverne, sicure, inaccessibili per difendere se stessi e le loro bestie dalle intemperie e dalle belve. Il sito ipogeo in questione, circoscritto tra pascoli e foresta, presenta tutti i requisiti naturali per prestarsi ad un insediamento primitivo per fare, all’epoca, attività stanziale di pastorizia, agricoltura e caccia. Il sentiero che va verso il romito delle Grotte della Sirena, s’insinua in un territorio che è stato, per la sua strategica posizione, teatro di insediamenti preistorici ai margini dell’ultima glaciazione del Wurm. Nel 1954 furono trovati alcuni reperti di ceramica finemente lavorata, periodo eneolitico (2500/1800 a.C.), decorati a motivi geometrici incisi prima della cottura, la cui precisione e regolarità lascia stupiti per le tecniche dell'epoca. Le Grotte della Sirena appartengono alla tipologia delle “grotte panoramiche”, tanto che da questa si poteva controllare una vasta porzione di territorio spaziando sul litorale Jonico. Nel 1993 vi è stata ritrovata una scheggia di ossidiana, probabile “lama” di un coltello, che collegherebbe questo luogo con la più famosa Grotta del Romito di Papasidero e più propriamente posta sulla “via dell'ossidiana” proveniente dalle isole Eolie. Un ritrovamento, questo, che dimostrerebbe come l’insediamento possa allinearsi alle Grotte di Sant’Angelo di Cassano, del Pozzo a Frascineto, di Donna Marsilia a Morano Calabro, di San Michele a Saracena, dello stesso Romito e della Madonna a Praia a Mare. Secondo alcune teorie, infatti, queste grotte si susseguivano lungo una via istmica di età neolitica che congiungeva Jonio e Tirreno. Dall'esame di una selce lavorata “a lama” e di cocci di vasellame ritrovati sul luogo, sembrerebbe che tale posto sia stato frequentato in epoca molto anteriore rispetto a Santo Iorio, periodo mesolitico (8500 a.C.). Queste grotte sono state usate come “stazzo” fino ad epoca recente, motivo per cui è andata dispersa la totalità dei reperti che vi doveva essere.

Sul pianoro sovrastante le grotte, sono state trovate tracce di basi di “capanne”, resti del villaggio eneolitico. Raramente le grotte erano adibite ad abitazione, ma più propriamente a luogo di culto e sepoltura.

Secondo lo storico locale Padre F. Russo, nella zona di Santo Iorio vi era un monastero bizantino, di cui si sono perse le tracce, dedicato a S. Giorgio, da cui il toponimo dialettale di “Santu Iuriu” .


Ambiente.

La traccia del sentiero introduce in una fitta boscaglia, recintata dalla forestale, seguendo un calpestio nella vegetazione cespugliosa, adibita a pascolo, in cui predomina la ginestra e il pino nero. In breve tempo il visitatore, si lascia alle spalle il ritmo frenetico cittadino per introdursi in un ambiente naturale confortevole per la ricchezza di paesaggi, costituiti da acclivi verdeggianti come disegnati dalla mano di un pittore che vuole far trasparire dalla sua tela il felice connubio tra l’asperità montuosa e la dolcezza dei pascoli intercalati tra colline.

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