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                         PIANO RUGGIO RIFUGIO DE GASPERI (1535m) - BELVEDERE DEL MALVENTO (1581m) 

 

Numero sentiero: 900

Gruppo Montuoso: Pollino - Monte Timpone della Capanna
Comune: Viggianello (PZ)
Inizio Percorso: Rifugio De Gasperi (1535m) - Lat 39° 54.782' - Long 16° 07.525'
Fine percorso: Belvedere del Malvento (1581m) - Lat 39° 54.653' - Long 16° 08.172'
Difficoltà: E (Escursionistico)
Tempo di percorrenza (in ore): andata 1.20.00, ritorno 1.20.00
Dislivello: in salita 61m, in discesa 15m
Lunghezza: 2120m
Rifornimento idrico: Piano Ruggio
Come arrivarci: Piano Ruggio si raggiunge uscendo al casello autostradale A3 SA/RC di Campotenese, direzione Rotonda. Dopo pochi chilometri, arrivati allo spiazzo della Madonna del Carmine, si svolta a destra in salita per Piano Ruggio. Da Rotonda per la strada montana che passa per Piano Pedarreto.
Info, punti di appoggio: Rifugio de Gasperi a Piano Ruggio (momentaneamente chiuso, aperto il bar di fianco al Rifugio) - info Municipio di Viggianello 0973.664311

NOTA: Il sentiero è stato realizzato nell'anno 2009. Pertanto i segnali e le tabelle segnavia potrebbero aver subito un deterioramento dovuto a cause naturali o ad altre svariate ragioni (meteo, incendi, vandalismi, variazioni tracciati per disboscamenti, etc. etc.). 

 

 

 

 

 

 

 

 

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

 

 

 

 

Si parte per questa facile passeggiata dall'abbeveratoio di Piano Ruggio. Si sale lungo il crinale fino a raggiungere una nuova vasca di raccolta per l'acqua. Si prosegue verso sinistra ed in breve si entra nel bosco. Si segue la traccia che circumnaviga il Timpone della Capanna e in breve - dopo una leggera discesa - si giunge sulla stradella. Si prosegue. Si attraversa un cancello contraddistinto da una catena e poi si avanza sempre lungo la stradina in terra battuta che in breve porta al Belvedere del Malvento. Il ritorno si effettua per la stessa strada fino alla catena; da qui si prosegue lungo la strerrata che porta in direzione della stradina forestale asfaltata (si segue l'itinerario n. 900A), si attraversa e si sale di pochi metri sulla scarpata di Monte Grattaculo. Si avanza tenendosi verso sinistra in leggera salita. In breve si interseca il sentiero n, 902. Si segue quest'ultimo verso Ovest e in pochi minuti si arriva davanti all'ingresso del Rifugio De Gasperi.

 

STORIA, AMBIENTE E CULTURA

 

 

 

 

Storia.

Le tracce che si trovano lungo il sentiero sono testimoni di grandi periodi vissuti dall'uomo come pastore, come boscaiolo e come cacciatore.


Ambiente.
Numerosi sono gli spunti per osservare questo ambiente di alta montagna. Si va dall'inghiottitoio di Ruggio, quale testimone del carsismo al faggio delle sei sorelle, vera e propria emergenza naturale. Si passa alle tantissime prove del glacialismo che il Pollino ha vissuto, osservando i vari campi solcati che si presentano lungo il percorso. Il faggio "delle sei sorelle" merita un discorso a parte. Sei piante cresciute molto vicine tra di loro hanno finito per legarsi grazie ad un naturale innesto e per costituire oltre una certa altezza un tronco unico. L'età è di poco superiore ai 120 anni la circonferenza complessiva giunge a 460 cm, l'altezza supera i 28 metri. 

Nel discorso tenuto a Potenza agli inizi del 1900 il prof Emilio Fittipaldi auspicava "possa la festa che oggi si celebra far penetrare nei costumi di questo popolo il saldo proposito di piantare sempre, e dovunque, alberi, come anche tutelare e proteggere le piante che esistono, giacchè giova ricordare che il culto della terra è indizio della civiltà di un popolo, e che, col progredire della delicatezza dei costumi cresce il rispetto dovuto alle piante, (...) Amate le piante: la terra sarebbe un arido deserto, una immensa solitudine, un asilo di silenzio e di morte senza piante che l'adorino".


Cultura.
Bellissimo e facile percorso dalle numerose emergenze e testimonianze delle attività dell'uomo con il suo lavoro di pastore e di attività legate al taglio dei boschi. Resti di antiche abitazioni in pietra mostrano la capacità di lavorare la materia prima del posto per rendere vivibile un ambiente severo per clima e posizione geografica.

Il lavoro connesso alla captazione delle acque senza le quali era impossibile portare gli animali al pascolo. Infatti, più avanti nel sentiero si osserva la testimonianza di come si poteva conservare l'acqua per l'estate  senza sorgenti. Infine, l'arrivo sul Belvedere del Malvento, ripaga della fatica, la vista su tutta la Valle del Coscile e i Monti dell'Orsomarso.

Oggi questo sentiero offre un momento di assoluta immersione in ambienti fiabeschi, nel silenzio dei boschi e dei grandi alberi.

 

 

 

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