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                          SAN LORENZO BELLIZZI (741m) - COLLE MARCIONE (1227m)

 

Numero sentiero: 945

Gruppo Montuoso: Pollino - M. Sparviere

Comune: S. Lorenzo Bellizzi (CS) - Civita (CS) 

Inizio Percorso: San Lorenzo Bellizzi (741 m) - Lat N 39° 53.431' - Long E 16° 19.716' 

Fine percorso: ​Rifugio Colle Marcione (1227m) - Lat N 39° 52.760 Long E 16° 17.682 

Difficoltà:  EE (Escursionisti esperti)

Tempo di percorrenza (in ore)andata 5.00, ritorno 3.55
Dislivello: in salita 671 m, in discesa 175 m
Lunghezza: 7280 m
Rifornimento idrico: San Lorenzo Bellizzi
Come arrivarci: San Lorenzo Bellizzi si raggiunge uscendo al casello autostradale A3 SA/RC di Frascineto proseguendo in direzione Taranto. Giunti a Francavilla Marittima al bivio girare a sinistra verso Cerchiara di Calabria; oppure dalla superstrada 106 bis all'uscita Villapiana - Castrovillari. 

Info, punti di appoggio: Rifugio di Colle Marcione, attualmente chiuso. Gruppo Speleologico “Lo Sparviere” di Alessandria del Carretto - info in Municipio di Alessandria del Carretto tel. 0981.53006.

NOTA: Il sentiero è stato realizzato nell'anno 2005. Pertanto i segnali e le tabelle segnavia potrebbero aver subito un deterioramento dovuto a cause naturali o ad altre svariate ragioni (meteo, incendi, vandalismi, variazioni tracciati per disboscamenti, etc. etc.). 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DESCRIZIONE PERCORSO

 

 

 

 

A sinistra, dopo la villa comunale nel centro del paese, ci si incammina in discesa sulla strada asfaltata che va in direzione del dorso Nord della Timpa di San Lorenzo (da lontano somiglia alla pinna di un cetaceo). Dopo poco -ignorando un freccia in legno- si abbandona la strada asfaltata per intraprendere sulla destra la sterrata che porta verso il fiume Raganello giungendo in prossimità di una diga di consolidamento. Si può attraversare il fiume in più punti sfruttando l’appoggio del piede su sicure pietre.

Il sentiero costeggia il fiume e dopo qualche passaggio tortuoso guadagna leggermente quota all’altezza di un vecchio e diruto mulino ad acqua dove è presente la sorgente di Palma Nocera. In breve si giunge al ponte di Donna Marsilia attraversato il quale si incomincia a salire, verso sinistra, sull’altura di Palma Nocera (insediamento neolitico-bizantino) dirigendosi verso il Belvedere del Barile, che rappresenta il gradino più alto della Scala di Barile, spettacolare tratto di sentiero che si snoda in verticale tra la Timpa di San Lorenzo e di Cassano. Si scende attraverso gradini naturali, appigli sicuri nella roccia scavati dal continuo passaggio, per poi risalire nel bosco attraverso il canale della Mancosa appena sopra il torrente.

Proseguendo su traccia in salita si giunge al punto panoramico di Colle Cocciale, scenografico punto panoramico sull’ intera valle. Uscendo dal bosco il percorso prosegue su strada sterrata lasciandosi alle spalle la Timpa di San Lorenzo ed evidenziando in alto a sinistra la Grotta di Porace. Passando dallo sterrato all’asfalto si piega a sinistra dirigendosi verso il Rifugio di Colle Marcione dove ha termine l’escursione. Ritorno per la stessa strada o proseguendo lungo la comoda rotabile che porta a Civita.

 

 

 

STORIA, AMBIENTE E CULTURA

 

 

 

 

Storia.

II sentiero attraversa una zona archeologica d’ influenza bizantina in località Palma Nocera. L’area è stata individuata nel 1980 dal gruppo Speleologico "Sparviere", sono stati rinvenuti resti di muri perimetrali di alcuni edifici a pianta generalmente quadrangolare e reperti ceramici databili in un periodo compreso tra l’ XI e il XIII secolo D.C.


Ambiente.

L’ itinerario si snoda su un sentiero che attraversa l’ alta valle del Raganello, uno dei più spettacolari posti del Parco Nazionale del Pollino. Circondati da pareti rocciose alte centinaia di metri che si avvicinano, quasi a toccarsi, formando gole profondissime. Il sentiero che sale verso Colle Marcione è scavato sulla parete sinistra della Gola di Barile, dove il Raganello scorre per circa tre chilometri, quasi inabissandosi, prima di arrivare a Palma Nocera, sotto il paese di San Lorenzo Bellizzi. Sulle pareti della Timpa di San Lorenzo, nidifica una coppia di aquile reali. Ogni anno, nel mese di febbraio, la si può osservare mentre compie spettacolari parate nuziali nei cieli che sovrastano la Timpa. La piazza del paese, in prossimità del segnavia C.A.I., è il luogo ideale per poter ammirare in un sol colpo quello che la natura, con un lentissimo procedimento di spostamento tettonico (fosse e rilievi), ha creato e modificato in circa 70 milioni di anni. Infatti, solo da qui si può osservare, attraverso lo spazio aperto ad imbuto della Scala di Barile (ampia spaccatura tra Timpa di Cassano e Timpa di San Lorenzo), il fianco Nord di Serra Dolcedorme, la cima del Pollino, Serra delle Ciavole, La Falconara. Un vero banco di prova per tutte le teorie relative alla formazione dei rilievi e delle fosse, delle faglie e delle rocce emerse formate dalle sedimentazioni marine (rudiste).

 

Cultura.

San Lorenzo Bellizzi è fatto di case antiche costituite da malta e pietre, provenienti dai dissodamenti delle terre e nei greti secchi dei vicini torrenti. Il piccolo borgo è posizionato tra la catena del Pollino e il Monte Sparviere e può essere considerato, per la sua posizione, una delle porte di accesso al Parco. L’itinerario si snoda su un antico sentiero che serviva ai pastori e contadini di San Lorenzo Bellizzi per raggiungere gli altipiani del Pollino o le terre da coltivare nell’ alta valle del Raganello. Oggi è percorso esclusivamente da esperti escursionisti, che amano arrampicarsi su sentieri scavati nella viva roccia su pareti strapiombanti come quella che attraversa l’ impressionante Scala di Barile. Sotto queste pareti scorre il Torrente Raganello. Il toponimo "Barile" deriva dal rumore dei grossi massi trascinati dal Raganello durante le piene, suono che somiglia a quello dei barili che rotolano lungo il selciato. Gli abitanti di San Lorenzo Bellizzi danno grande rilevanza all’ospitalità. Un pranzo, in uno dei tipici ristorantini o agroturismi del territorio, diventa un’ opportunità per assaporare la cucina povera calabrese. Fra le specialità ricordiamo i firrazzuli, pasta fatta in casa con sugo di capretto; i tapparedde, pasta, sempre fatta in casa, con fagioli; ed infine la pasta c’à muddica", condita con sugo di baccalà e mollica di pane soffritta.

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