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                         PASSO DELLO SCALONE (741m) - SANT'AGATA D'ESARO (447m)

 

 

Numero sentiero: 601 A

Gruppo Montuoso: Orsomarso - Montea
Comune: Sant'Agata d'Esaro
Inizio Percorso: Passo dello Scalone (741 m) - Lat N 39° 37.499' - Long E 15° 56.213'
Fine percorso: Sant'Agata d'Esaro (447 m) - Lat N 39° 37.466' - Long E 15° 58.908'
Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
Tempo di percorrenza (in ore): andata 2.15, ritorno 2.40
Dislivello totale:  294 m
Lunghezza: 4980 m
Rifornimento idrico: Sant'Agata d'Esaro
Come arrivarci: Sant'Agata d'Esaro si raggiunge uscendo al casello autostradale A3 SA/RC di Spezzano Albanese Terme e poi proseguendo in direzione di San Marco Argentano; oppure da Belvedere Marittimo si prende la vecchia SS 105. Il Passo dello Scalone si raggiunge percorrendo la SS 105 che dal paese va in direzione di Belvedere Marittimo.
Info, punti di appoggio: Comune di Sant'Agata d'Esaro: tel. 0981.62890

NOTA: Il sentiero è stato realizzato nell'anno 2005, manutenuto una prima volta nell'anno 2009 e successivamente nel luglio 2017.

 

 

                   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

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Il sentiero inizia all'altezza del Km 15,800 della SS 105 della Calabria. 

Si prende la sterrata che scende verso l'alveo del fiume Esaro, si prosegue superando un’antica casa colonica fino ad intersecare il corso d'acqua. 

Prima dell'incrocio si piega a destra e si segue una traccia di pista forestale d'esbosco che si sviluppa sulla sponda destra idrografica del fiume in località Renazzo, si avanza su questa stradina fino a quando essa attraversa il fiume.

Abbandonare la stradina e proseguire camminando nell'acqua. Si attraversa la Gola dell'Esaro e si "sbuca" sulla prima briglia di contenimento. 

Da qui l'alveo si apre rendendo facile il cammino. A questa altezza è necessario mantenersi sul lato sinistro idrografico e proseguire fino ad inoltrarsi nuovamente su una stradina in terra battuta. 

Avanzando sullo sterrato, si prosegue per alcuni minuti fino a raggiungere uno slargo usato come deposito d'inerti; si attraversa il fiume, su di una passerella di legno, e si prosegue seguendo un sentierino tra gli orti in parallelo ad un piccolo canale d'irrigazione. 

Ben presto questo tratto raggiunge le prime abitazioni di Sant'Agata d'Esaro e poi confluisce sulla strada statale all'altezza del ponte nei pressi della pensilina per la fermata dell’autobus. Avanzando per poche centinaia di metri si interseca all'altezza del tornante la stradina montana. 

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Avvertenze.La gola è accessibile -in massima sicurezza- solo in estate; nelle altre stagioni è consigliabile arrivare a Sant'Agata d'Esaro percorrendo la strada statale sulla quale sono posti anche i segnavia bianco/rossi.

 

 

STORIA, AMBIENTE  E CULTURA

 

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Storia. Questo tratto del Sentiero Italia attraversa un interessante percorso da sempre conosciuto. Infatti il Passo dello Scalone è un istmo d’attraversamento del sistema montuoso calabrese che collegava e collega la Piana di Sibari con la costa tirrenica. Con la sua conformazione a "V", visibile da lontano, è stato luogo di attraversamento. Lo stesso Lorenzo Quilici afferma che il fiume Esaro, in qualità di affluente del fiume Coscile, ex Sibarys, è stato utilizzato come via d’acqua per mettere in collegamento i due mari (Jonio e Tirreno) per il commercio, soprattutto dell’ossidiana, proveniente dalle Isole Eolie. L’insediamento rupestre della Grotta della Monaca ne è testimonianza.

 

AmbienteL’ambiente del fiume Esaro è tipicamente fluviale ma, trovandosi alle pendici d’importanti gruppi montuosi (Montea, Petricelle, Faghitello), si presenta anche con grandi e fitti boschi misti. Il fondo della gola nel suo tratto centrale è ricco di equiseti, ontani, aceri e diversi esempi di flora mediterranea. La particolare esposizione (N/O - S/E) sottopone la gola ai capricci del Mar Tirreno, freddo, nebbioso e piovoso, e del Mare Jonio, caldo, torrido e umido. La frescura dell’acqua, il vento, a tratti molto forte, la particolare esposizione, favoriscono una vegetazione lussureggiante fino ad estate inoltrata e rendono l’ambiente molto interessante. Infatti al suo interno il botanico potrà ricercare piante particolari, il geologo potrà leggere la storia del territorio e di tutta la terra negli ultimi 70 milioni di anni, gli escursionisti potranno percorrere una gola facile ma con tutte le caratteristiche della forra.

 

Cultura. Le numerose abitazioni (case a più piani, molto spaziose rispetto alla media delle case rurali del Pollino) presenti nel tratto iniziale del fiume, in località Renazzo, testimoniano come i popoli precedenti vi abbiano vissuto con una certa agiatezza. Le ottimali condizioni di vita con moltissime materie prime a disposizione (legna, acqua, orti) rendevano l’alta valle dell’Esaro molto fertile e molto interessante dal punto di vista economico anche perché a poche ore di cammino, verso la costa tirrenica, vi erano i porti e le località marine per il commercio. Le grandi emigrazioni, il cambio di generazioni e i nuovi bisogni hanno determinato l’abbandono di questi terreni in cerca di migliori condizioni di vita. Oggi quello che rimane ci è restituito, almeno nel tratto iniziale, in ottime condizioni ambientali e naturalistiche: i grandi boschi, le enormi pareti rocciose a picco sul fiume rendono l’idea della grandiosità degli spazi. Poco prima del ponte sulla statale va segnalata la vecchia fontana con i lavatoi in comune a memoria di tempi non molto lontani dove i panni si lavavano tutti insieme vicino al fiume in un’armonia forse forzata ma utile alla sopravvivenza della comunità.

 

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