Cai Castrovillari Sentieri
MORANO CALABRO (662m) - SANTUARIO MADONNA DEL POLLINO (1535m)
Numero sentiero: 901
Gruppo Montuoso: Pollino - Monte Pollino
Comune: Morano Calabro (CS) - Castrovillari (CS) - Viggianello (PZ) - San Severino Lucano (PZ)
Inizio Percorso: Morano Calabro/Piazza Croce (662m) - Lat N 39° 50.808' - Long E 16° 08.044'
Fine percorso: Santuario Madonna del Pollino (1535m) - Lat N 39° 57.100' - Long E 16° 10.685'
Difficoltà: E (Escursionistico)
Tempo di percorrenza (in ore): andata 8.20.00, ritorno 7.43.00
Dislivello: in salita 1345m, in discesa 472m
Lunghezza: 18800 m
Rifornimento idrico: Piazza Croce Sorgenti del Monaco Spezzavummula Acquafredda
Come arrivarci: Morano Calabro si raggiunge uscendo al casello autostradale omonimo. Prendendo la SS 19 in direzione Campotenese ed attraversando il paese alla sua base, dopo un Km, si gira a sinistra nei pressi di una fontana verso il Castello Normanno. Il primo slargo che si incontra è Piazza Croce.
Info, punti di appoggio: Viggianello: Rifugio de Gasperi, località Piano Ruggio; Rifugio Visitone, località Visitone, info Municipio 0973-664311; San Severino Lucano: Rifugio "Al Pino Loricato"- loc. Madonna del Pollino, info Municipio 0973.576132; Casa del Pellegrino - loc. Madonna del Pollino, info Parrocchia S. Severino Lucano 0973.576162
NOTA: Il sentiero è stato realizzato nell'anno 2005, manutenuto nell'anno 2009, per ultimo nel 2017.
DESCRIZIONE PERCORSO
Si parte da Piazza Croce (sulla sommità del centro storico di Morano Calabro), si percorre il breve tratto di strada asfaltata che raggiunge la SS 19, si attraversa e ci si immette sulla stradina interpoderale che porta alla Fontana Rossa. Da qui è necessario seguire con attenzione le bandierine bianco-rosse in quanto il percorso, seppur facile, si snoda tra le tante stradine che collegano le numerose contrade.
L’ escursione vera e propria inizia dopo il Fosso Santicelli all’ imbocco della sterrata che porta al Convento del Colloreto passando prima per l’omonima azienda agrituristica della famiglia Coscia. Dal Monastero si imbocca il sentiero nei pressi della fontana del Monaco e ci si avvia a mezzacosta verso la Sorgente Tufarazzi. La mulattiera è comoda ed evidente.
Si supera la Sorgente Serra e si inizia la salita fino a giungere al Piano di Gaudolino (contraddistinto da un abbeveratoio) da dove, dopo averlo attraversato, si inizia la discesa per Piano Vacquarro.
VARIANTE MONTE POLLINO. Poco prima di iniziare la discesa verso il Piano di Vacquarro si può compiere la salita al Monte Pollino portandosi sulla destra, alle pendici della parete rocciosa, per imboccare il sentiero che porta direttamente sull’anticima Ovest del Pollino. Da qui si scende lungo la dolina fino alla cresta, contrassegnata da grandi pini loricati secchi, per poi raggiungere il millenario pino loricato simbolo del Parco “il Patriarca”. Si torna indietro salendo lungo la dorsale, in direzione Est, verso il piccolo vallone dell’anticima del Pollino. Attraversata la dolina si sale dall’ altra parte e ci si avvia in direzione del cippo trigonometrico di vetta. Si torna al piano per la stessa via.
Superato il colle, a sinistra, si entra di nuovo nel bosco proseguendo sul sentiero in discesa (subito dopo i grandi faggi sulla destra si trova la sorgente di Spezzavummula) per poi confluire di nuovo sulla stradina d’ esbosco che porta direttamente al Piano Vacquarro.
Ivi giunti, ignorando la stradina che risale, si rientra nel bosco e si attraversa in diagonale fino alla gola del Frido. Si sale sul sentiero alla sinistra idrografica del fiume (Selletta del Frido) e si percorre la mulattiera che in poco tempo si trasforma in comoda stradina che porta direttamente ad incrociare la sterrata per il Piano di Acquafredda.
Si piega a destra sulla sterrata fino al recinto della captazione delle Sorgenti di Acquafredda, si aggira la staccionata lungo il lato del bosco e si penetra nella vallata del Frido. È importante seguire la segnaletica. In breve si raggiungono le pendici della cresta della Madonna del Pollino e si risale verso il Santuario. Giunti in quota si incrocia il sentiero proveniente dal Piano Jannace dove piegando a sinistra, in pochi minuti, si raggiunge il Santuario.
STORIA, AMBIENTE E CULTURA
Storia.
II nostro sentiero sicuramente è stato uno dei più frequentati dai viaggiatori del Grand Tour che così lo hanno raccontato: [...] Si scende per una stretta et aspra et sassosa et strabocchevol via [...] fra precipitosi balci, nel qual principio a man destra vi sorge una fontana, dalla quale esce un ruscelletto d’ acqua che da principio al fiume Cochile, il quale molto precipitosamente per quelle rupi, et strani, et sassosi balci arriva alle radici di detta scala. (Leandro Alberti, Descrittione di Tutta Itala, Bologna 1550). [...] In un anfratto ombroso ai piedi delle montagne, uno dei punti più pittoreschi, sorge un’ imponente costruzione merlata: è un monastero, detto di Colorito, ora in rovina. È’ un edificio solitario contro il cupo fianco del monte; un lugubre e romantico ammasso che avrebbe affascinato Anne Radcliffe e che si vorrebbe esplorare fin nei più remoti recessi. [...] Il sentiero sale ora attraverso una lunga e faticosa fenditura calcarea, detta Valle di Gaudolino, che qualche albero ombreggia solo nell’ ultima mezz’ ora di cammino. In questa specie di fossato ebbe luogo uno scontro del tutto occasionale fra un distaccamento di soldati francesi e parte della banda del famoso brigante Scarolla, che essi stavano inseguendo da mesi attraverso tutto il paese. (Norman Douglas, Vecchia Calabria, 1907 - 1911).
Ambiente.
L’ ambiente naturale che circonda il Monastero del Colloreto è caratterizzato da macchia mediterranea composta nella maggior parte da leccio, anche se lungo il percorso, che sale verso la Scala di Gaudolino, lascia il posto ad aceri, carpini e pini neri. Oltre i 1000 m. cominciano le foreste di faggio che, sul versante nord del Massiccio del Pollino, nelle zone più in ombra e umide, si unisce all’abete bianco formando le cosiddette faggete abetine. Lungo il percorso s’ incontrano copiose sorgenti. A monte dei ruderi del Monastero si trova un canale dentro il quale scorre l’ acqua proveniente dalla Sorgente del Monaco. Continuando possiamo fare rifornimento d’ acqua alle sorgenti del Tufarazzo, della Serra, di Spezzavummula e di Acquafredda. Le antiche e vaste foreste che si attraversano per arrivare al Santuario della Madonna del Pollino, ospitano una numerosa e variegata fauna che va ad arricchire la biodiversità del Parco: il lupo, il cervo, il cinghiale, l’ istrice, la martora, la faina, la puzzola, la donnola, il gatto selvatico, il ghiro, il riccio, lo scoiattolo ed il capriolo. Tra gli uccelli che possiamo avvistare il picchio nero –il più caratteristico- e nel periodo dell’ accoppiamento si può udire il suo forte tambureggiare sui tronchi dei grossi faggi. Dal sentiero si può seguire con lo sguardo, sulle alte cime o sugli ampi pianori, il veleggiare dell’ aquila o del grifone.
Cultura.
La prima parte si sviluppa lungo la rete di stradine interpoderali che si snodano tra la campagna di Morano, fatta da una miriade di piccole proprietà. Dopo questo primo avvicinamento, la tappa ha inizio dai ruderi del Monastero di Colloreto (1546), che si trova a circa 7 km dall’ abitato di Morano Calabro ai piedi di Serra del Prete. Il Monastero fu fondato dagli Agostiniani che si distinsero, rispetto agli altri ordini ecclesiastici presenti in Morano, per le commissioni di alto livello artistico fatte pervenire nella loro chiesa. Quando l’ ordine fu soppresso le importanti opere d’ arte custodite nella chiesa del Monastero, furono portate in paese nella chiesa di S. Pietro e in quella della Maddalena, dove si possono ammirare. Il sentiero che segue lungo questa tappa è stato nella storia, un importante tratturo della transumanza ed anche la via dei pellegrini moranesi che si recavano alla Chiesa della Madonna del Pollino. La festa della Madonna del Pollino ha inizio il primo giovedì di luglio e termina il sabato con la processione. È la più importante festa della montagna calabro-lucana e vede la partecipazione di folle di fedeli, che provengono da diversi paesi delle due regioni. In questi tre giorni sul pianoro dove sono organizzati i bivacchi dei pellegrini c’ è grande animazione, fatta da canti, balli e di ataviche manifestazioni di devozione.